L'istante largo by Sara Fruner

L'istante largo by Sara Fruner

autore:Sara Fruner [Fruner, Sara]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2020-03-20T23:00:00+00:00


Ricordo il campanello.

Uno squillo, due squilli, tre.

Lo sento, ma mi sento fiacco. La testa è un ascesso che pulsa, le gambe di legno come dopo la partita coi draghi della Virtus.

La Bea.

Mi precipito alla porta perché la sola idea che possa andarsene prima che io arrivi ad aprirle ha il sapore della bestemmia.

Poi nebbia. E la ricostruzione dei fatti è confusa e faticosa.

È un rivoletto di bava a svegliarmi. Anzi, la pozza che ha formato sul cuscino, e dentro cui la mia guancia galleggia. Il cuscino è quello verde marcio coi cordoni d’oro ricamati. Regalo di Corinna, direttamente da Bangalore. Penso subito ai cordoni, che mi hanno tatuato delle onde rosse sulla pelle. Le sento, sotto la chiazza umida della saliva.

Poi mi pongo una domanda. Dov’è la Bea? Di lei il mio campo visivo orizzontale non registra alcuna traccia. La tracolla che stava ai piedi del divano è sparita, come pure il giubbino di jeans. Non c’è nemmeno l’odore di albicocca dei suoi capelli, che non la lascia mai.

Abbasso lo sguardo, muovendo solo gli occhi, dato che la testa non è più una testa ma un grosso bullone arrugginito che porto avvitato sul collo. Il resto del corpo dev’essere da qualche parte: non lo sento più. Ma non ho la forza di scoprire dove, il bullone me lo impedisce.

In lontananza, la seconda tela che nonna Rocío ha lasciato a casa. Quella con il ragazzo nudo circondato da una selva di condomini.

Maitén, el niño perdido – Contra la historia.

I miei occhi incontrano qualcosa. Qualcuno.

Un Buddha, per terra, con la calotta cranica alzata.

D’un tratto ricordo tutto.

Ma non ho il tempo di ripercorrerlo dall’inizio alla fine. Sento una chiave nella toppa della porta d’entrata, da basso.

Nonna Rocío???

L’orologio dice che le due ore di routine sono passate, e per fortuna mia se ne sono trascinate appresso una terza.

Non ho tempo di pensare oltre. Devo alzarmi, accompagnare il Buddha al suo posto, liberarmi del portacenere e cancellare l’onda rossa dalla guancia sinistra. Mi consolo: il cervello funziona ancora. Però rimane sempre quel disguido con il resto del corpo, che non si decide a rispondere. Faccio uno sforzo che ricorda Hulk e Dimitri Berestov. Per un istante credo di essere un palazzo pronto a collassare su se stesso. Ma la libreria mi sostiene, santa. Prendo in braccio il Buddha e lo scorto a destinazione. Gli infilo l’accendino e il portacenere nella testa, e uno sprazzo di lucidità uscito da chissà dove, mi offre un paragone tra Giove e il nostro Buddha: uno, dalla testa, partorisce Atena, l’altro, cenere e mozziconi.

Che infamia per il nostro dio.

Con la mano cerco di cancellarmi le righe dalla faccia. Fortunatamente io e la Bea abbiamo avuto il buon senso di lasciare aperta la porta finestra, e la stanza non puzza. Ma io ho un aspetto terribile: il vetro della finestra è uno specchio nero implacabile. Nello stomaco sento un vulcano verde che comincia a risvegliarsi.

Infilo la lettera nella busta, richiudo a chiave la porta, e volo giù dalle scale toccando meno gradini possibili.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.